13 Mag Il font adatto ad ogni progetto
13 Maggio 2022
In un precedente articolo abbiamo affrontato l’argomento colori: abbiamo visto quanto possono influenzare le nostre sensazioni, e quanto, di conseguenza, sono in grado di condizionare i messaggi che vogliamo trasmettere.
Spostiamo ora l’attenzione sui font, ne esistono veramente tantissimi e non fanno altro che crescere, rendendo sempre più difficile la scelta per i nostri progetti, tipografici o web che siano.
Quando facciamo comunicazione dobbiamo chiederci sempre quale tono di voce vogliamo dare al nostro progetto o alla nostra azienda.
In questo articolo vedremo insieme fino a che punto un font può influenzare un progetto di corporate identity.
Serif e San Serif
La prima cosa da sapere è che la maggior parte dei font si suddividono in due sostanziali tipologie: Serif e Sans Serif, che letteralmente significano «graziato» e «senza grazie».
I font Serif sono i caratteri che presentano appunto le famose “grazie”, ovvero le decorazioni che troviamo alle estremità di ogni lettera. Citiamo ad esempio il Times New Roman, il Garamond o il Bodoni: font che possiedono un alto grado di leggibilità, non stancano l’occhio del lettore e, per questo, vengono utilizzati soprattutto sulla carta, per la stampa di libri, riviste, testi religiosi ecc…
I San Serif invece, chiamati anche “caratteri a bastoni”, risultando più semplici e schematici e non presentano “grazie”. Hanno anch’essi un alto grado di leggibilità e vengono utilizzati soprattutto nei titoli o nelle pubblicità che devono contenere un breve testo d’impatto. Sono essenziali specialmente nel mondo del web e dei social network: essendo privi di decorazioni sono facilmente leggibili, anche se di piccole dimensioni. Portiamo ad esempio i più utilizzati come l’Arial, il Verdana, o l’Helvetica.
Tra i font a nostra disposizione citiamo ancora le famiglie dei gotici, con le loro accentuate curve decorative, i calligrafici (o script) che ricordano la scrittura a mano, e quelli decorativi che presentano particolari decorazioni sulle lettere. Ma i font sono così tanti che richiederebbero davvero una guida dedicata…
Qual è il font giusto?
Ogni font ha la sua personalità e parla la propria lingua, ha caratteristiche tali da comunicare pensieri, sensazioni e stati d’animo differenti, ecco perchè possono essere più o meno adeguati, a seconda del messaggio che vogliamo inviare.
Il miglior modo per effettuare la scelta è proprio quello di chiedersi qual è l’impronta che vogliamo dare alla nostra comunicazione e a chi è destinata. Alcuni caratteri si adattano maggiormente a più tipi di comunicazione, altri invece solo ad alcuni.
Ad esempio per un’agenzia di animazione per bambini si potrebbe adattare benissimo un carattere che dia l’idea di simpatia, tenerezza, gioco, movimento… Lo stesso font, per un architetto sarebbe poco adeguato; in questo caso ne sceglieremo uno che trasmetta razionalità, proporzione, affidabilità e leggibilità.
Una volta scelto il font, ci sono poi ancora una miriade di componenti da considerare. Ad esempio la leggibilità e la dimensione, la gerarchia visiva, la spaziatura delle lettere, l’utilizzo del bold… Quanti tipi di font utilizzare nello stesso progetto, la coerenza con il nostro marchio, se già ne abbiamo uno…
Non mi soffermerò su questi argomenti per non dilungarmi ulteriormente. Li ho citati per enfatizzare il fatto che scegliere un font a caso non è sufficiente e quasi mai produttivo.
Si lasciarsi guidare dal gusto e dall’istinto, ma non solo…
Quando viene utilizzato un font non adatto, le probabilità di trasmettere un messaggio errato aumentano.
Insieme agli elementi visivi come fotografie e grafica, anche la scrittura dona il suo contributo influendo su come un messaggio viene percepito dal cervello, è esattamente come per la scelta dei colori. Se il messaggio dichiara potenza il font dovrà esprimere questa potenza, se il messaggio è allegro il font deve gioire con lui, e così via…
Teniamo a mente che le informazioni che non suscitano attrazione visiva non hanno chance di essere lette e che il modo in cui decidiamo di comunicare emozioni, pensieri e conoscenza è tanto importante quanto quello che vogliamo dire.